Spaziocielo essenza oltremare
Friday 02.06.2023
– Sunday 25.06.2023
– Sunday 25.06.2023
Giovedì 1° giugno alle ore 18 s’inaugura alla Sala Comunale d’Arte di Trieste (piazza dell’Unità d’Italia, 4) la personale SPAZIOCIELO ESSENZA OLTREMARE dell’artista SILVIA CIACCIO, curata dall’architetto Marianna Accerboni. In mostra una ventina di raffinate ed essenziali interpretazioni dell’immensità, intesa come ampiezza degli spazi del mare e del cielo, ma anche come vastità di pensiero. Un messaggio criptico e raffinatamente concettuale che l’artista milanese - figlia d’arte (il padre Roberto era pittore di chiara fama, dalle frequentazioni internazionali), laureata in estetica e da sempre profondamente legata a Trieste - propone di fronte alla linea d’orizzonte infinito su cui si apre la sala che ospita l’esposizione.
Il progetto espositivo Spaziocielo allude alla dimensione fisica e concettuale dell’immensità, intesa come ampiezza degli spazi del mare e del cielo, ma anche come vastità di pensiero. Spaziocielo è un luogo monocromatico d’incontro tra cielo e mare, in cui terra e aria si sfiorano; è una dimensione liminare che schiude varchi di pensiero verso l’immensità, una soglia orizzontale tra il mondo celeste e quello terrestre, un limite indefinito in cui la molteplicità cromatica, dal blu al viola, dall’azzurro al rosa, dall’indaco al grigio argenteo, spalanca la via verso l’ignoto. Le opere colgono quello spazio indefinito, di confine, caratterizzato da una potente forza generatrice di sogni, immagini e voli onirici. La vista dell’ampiezza spinge, infatti, continuamente a sognare e ad immaginare altro, oltre l’orizzonte.
Dalla contemplazione di questa particolare atmosfera, che caratterizza la città di Trieste, sono nati piccoli spazi pittorici monocromatici, che restituiscono le percezioni sensoriali delle diverse ore del giorno, a seconda delle diverse esposizioni alla luce. Le tonalità del rosa sfumano nel viola, il blu scolora nell’azzurro, l’indaco si adagia polveroso sul grigio argenteo, rivelando i segreti del mare al cielo e viceversa.
La mostra si compone di due momenti: nella prima sala il lavoro è interamente dedicato alla città di Trieste. Accanto ai piccoli monocromi, due grandi fogli di lavoro trattengono le tracce della stesura dei colori e i passaggi del gesto pittorico, in cui si coglie la nostalgia del mare e del cielo. Due sottili lastre di alluminio ossidate, dipinte di celeste, riflettono i bagliori argentei del mare, illuminato dalla luce del sole.
Infine, all’interno di boccette di vetro, chiuse da un tappo grezzo di sughero, sono raccolte quelle spugne imbevute di colore, che, come pennelli di corallo, hanno lasciato traccia sui fogli; alla base delle boccette una lastra di plexiglass specchiato ricorda allo sguardo la superficie liquida del mare. Accompagna il lavoro un video girato tra l’atelier dell’artista e la città di Trieste nel quale, attraverso un movimento ciclico di allontanamenti e ritorni, si assiste ad una fusione atmosferica di cielo e mare.
Nella seconda sala vengono esposte grandi carte veline realizzate a tecnica mista, tre delle quali sono nate per consonanza con il brano musicale di Claude Debussy, La Cathédrale Engloutie. Nel componimento musicale si ode il suono delle campane di una cattedrale bretone inghiottita dal mare; ne derivano opere che appaiono come narrazioni musicali di paesaggi sonori interiori. Altre due grandi carte veline sono invece attraversate da un lento processo di decostruzione della materia e di sottrazione del colore che porta all’essenza dell’essere.
Infine troviamo un trittico su carta da stampa e colore vinilico in cui, attraverso una sottile fessura di luce, si coglie per un istante la verità oltre l’immagine.
SILVIA CIACCIO nasce a Milano e trascorre lunghi periodi nella città di Trieste. Si laurea in estetica studiando il monocromo come luogo di massima concentrazione del pensiero. Lavora su carta velina, le cui trasparenze conducono verso un astrattismo atmosferico, e su lastre di acciaio corten, le cui ossidazioni portano ad un processo alchemico di perfezionamento della materia.
DOVE: Sala Comunale d’Arte – piazza dell’Unità d’Italia, 4 – Trieste
QUANDO: 2 - 25 giugno 2023
ORARIO: tutti i giorni 10_13 e 17_20
A CURA DI: Marianna Accerboni CATALOGO: sì INFO: silviaciaccio@hotmail.it / +39 333 6781784
Il progetto espositivo Spaziocielo allude alla dimensione fisica e concettuale dell’immensità, intesa come ampiezza degli spazi del mare e del cielo, ma anche come vastità di pensiero. Spaziocielo è un luogo monocromatico d’incontro tra cielo e mare, in cui terra e aria si sfiorano; è una dimensione liminare che schiude varchi di pensiero verso l’immensità, una soglia orizzontale tra il mondo celeste e quello terrestre, un limite indefinito in cui la molteplicità cromatica, dal blu al viola, dall’azzurro al rosa, dall’indaco al grigio argenteo, spalanca la via verso l’ignoto. Le opere colgono quello spazio indefinito, di confine, caratterizzato da una potente forza generatrice di sogni, immagini e voli onirici. La vista dell’ampiezza spinge, infatti, continuamente a sognare e ad immaginare altro, oltre l’orizzonte.
Dalla contemplazione di questa particolare atmosfera, che caratterizza la città di Trieste, sono nati piccoli spazi pittorici monocromatici, che restituiscono le percezioni sensoriali delle diverse ore del giorno, a seconda delle diverse esposizioni alla luce. Le tonalità del rosa sfumano nel viola, il blu scolora nell’azzurro, l’indaco si adagia polveroso sul grigio argenteo, rivelando i segreti del mare al cielo e viceversa.
La mostra si compone di due momenti: nella prima sala il lavoro è interamente dedicato alla città di Trieste. Accanto ai piccoli monocromi, due grandi fogli di lavoro trattengono le tracce della stesura dei colori e i passaggi del gesto pittorico, in cui si coglie la nostalgia del mare e del cielo. Due sottili lastre di alluminio ossidate, dipinte di celeste, riflettono i bagliori argentei del mare, illuminato dalla luce del sole.
Infine, all’interno di boccette di vetro, chiuse da un tappo grezzo di sughero, sono raccolte quelle spugne imbevute di colore, che, come pennelli di corallo, hanno lasciato traccia sui fogli; alla base delle boccette una lastra di plexiglass specchiato ricorda allo sguardo la superficie liquida del mare. Accompagna il lavoro un video girato tra l’atelier dell’artista e la città di Trieste nel quale, attraverso un movimento ciclico di allontanamenti e ritorni, si assiste ad una fusione atmosferica di cielo e mare.
Nella seconda sala vengono esposte grandi carte veline realizzate a tecnica mista, tre delle quali sono nate per consonanza con il brano musicale di Claude Debussy, La Cathédrale Engloutie. Nel componimento musicale si ode il suono delle campane di una cattedrale bretone inghiottita dal mare; ne derivano opere che appaiono come narrazioni musicali di paesaggi sonori interiori. Altre due grandi carte veline sono invece attraversate da un lento processo di decostruzione della materia e di sottrazione del colore che porta all’essenza dell’essere.
Infine troviamo un trittico su carta da stampa e colore vinilico in cui, attraverso una sottile fessura di luce, si coglie per un istante la verità oltre l’immagine.
SILVIA CIACCIO nasce a Milano e trascorre lunghi periodi nella città di Trieste. Si laurea in estetica studiando il monocromo come luogo di massima concentrazione del pensiero. Lavora su carta velina, le cui trasparenze conducono verso un astrattismo atmosferico, e su lastre di acciaio corten, le cui ossidazioni portano ad un processo alchemico di perfezionamento della materia.
DOVE: Sala Comunale d’Arte – piazza dell’Unità d’Italia, 4 – Trieste
QUANDO: 2 - 25 giugno 2023
ORARIO: tutti i giorni 10_13 e 17_20
A CURA DI: Marianna Accerboni CATALOGO: sì INFO: silviaciaccio@hotmail.it / +39 333 6781784
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste