Un’altra Cenerentola
Friday 16.11.2018
– Sunday 02.12.2018
Politeama Rossetti
– Sunday 02.12.2018
Politeama Rossetti
“Gli allievi dell’Associazione StarTs Lab diretti da Luciano Pasini sono protagonisti di “Un’altra Cenerentola” in scena da venerdì 16 novembre al 2 dicembre. Lo spettacolo, musicale e ricco di magia è una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con l’Associazione StarTs Lab”.
È una scelta coraggiosa e insolita, ma non azzardata, quella che ogni anno fa il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, quando produce e inserisce nella propria programmazione ufficiale lo spettacolo degli allievi dell’Associazione Culturale starTs Lab.
Questi ragazzi, diretti da Luciano Pasini, per un anno studiano teatro nel modo più coinvolgente e completo: i loro sforzi (svolti con serietà e parallelamente agli obblighi scolastici e sportivi) sono necessari per presentarsi in scena ed hanno il risultato di condurre ogni anno a un lavoro degno di essere visto, valutato e applaudito da un pubblico eterogeneo.
Sarà così anche per “Un’altra Cenerentola” che va in scena alla Sala Bartoli da venerdì 16 novembre (debutta alle 19.30) a domenica 2 dicembre, inserita fra gli “Eventi speciali” della stagione 2018-2019.
L’allestimento nuovo fa seguito a una lunga schiera di successi, amati da spettatori adulti e “in erba”: dal delizioso “Ventimila leghe sotto i mari” a “ Le avventure di Gian Burrasca”, da “Il mago di Oz” a “Il sogno di Alice”.
Luciano Pasini, direttore del Laboratorio e regista dello spettacolo s’ispira ancora una volta alla letteratura per ragazzi, con “Cenerentola”.
Per la verità, quella interpretata dai giovani attori sarà “Un’altra Cenerentola” perché sul palcoscenico intreccia la “Cenerentola” di Charles Perrault agli accenti reali del romanzo “Wanting mor” di Rukhsana Khan, pluripremiata scrittrice pachistana, emigrata in Canada.
«Cosa unisce la Francia del 1600 all’Afghanistan del terzo millennio'» spiega Luciano Pasini a proposito dello spettacolo. «Un sottile filo rosso tenuto dalle mani di due bambine. Bambini bistrattati, maltrattati, abbandonati a volte addirittura venduti e resi schiavi e spesso l’unico strumento che hanno è il sogno. Sognare di poter incontrare un principe che si innamori di te e ti sposi o sognare di poter studiare, sognare in ogni caso di poter diventare una persona libera e non più dimenticata. Il mio spettacolo non vuole essere un barricadiero teatro di denuncia politica o sociale, tanto più che sarà edulcorato dalla presenza dei personaggi della fiaba di Perrault addirittura in chiave disneiana, ma sono certo che lo spettatore attento saprà cogliere il pensiero che mi ha portato ad occuparmi di Cenerentola».
Come sempre, gli allievi attori metteranno in gioco tutti i linguaggi del teatro: la messinscena, così come la loro formazione, fonde infatti musica, canto, coreografia alla recitazione e li impegna in un’espressività “a tutto tondo”.
Fondamentale dunque il contributo delle insegnanti che, assieme a Pasini, aiutano pazientemente il loro talento a sbocciare: Noemi Calzolari si occupa dell’educazione al linguaggio e Daniela Ferletta dell’educazione musicale.
Speciale anche l’impegno dedicato ai costumi, fantasiosi capolavori di Sara Bessich che riescono a connotare anche quella dimensione fiabesca dove è possibile che una fata con “un po’ di velo color del cielo” apra le porte a ogni bambina verso la realizzazione di un sogno.
È una scelta coraggiosa e insolita, ma non azzardata, quella che ogni anno fa il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, quando produce e inserisce nella propria programmazione ufficiale lo spettacolo degli allievi dell’Associazione Culturale starTs Lab.
Questi ragazzi, diretti da Luciano Pasini, per un anno studiano teatro nel modo più coinvolgente e completo: i loro sforzi (svolti con serietà e parallelamente agli obblighi scolastici e sportivi) sono necessari per presentarsi in scena ed hanno il risultato di condurre ogni anno a un lavoro degno di essere visto, valutato e applaudito da un pubblico eterogeneo.
Sarà così anche per “Un’altra Cenerentola” che va in scena alla Sala Bartoli da venerdì 16 novembre (debutta alle 19.30) a domenica 2 dicembre, inserita fra gli “Eventi speciali” della stagione 2018-2019.
L’allestimento nuovo fa seguito a una lunga schiera di successi, amati da spettatori adulti e “in erba”: dal delizioso “Ventimila leghe sotto i mari” a “ Le avventure di Gian Burrasca”, da “Il mago di Oz” a “Il sogno di Alice”.
Luciano Pasini, direttore del Laboratorio e regista dello spettacolo s’ispira ancora una volta alla letteratura per ragazzi, con “Cenerentola”.
Per la verità, quella interpretata dai giovani attori sarà “Un’altra Cenerentola” perché sul palcoscenico intreccia la “Cenerentola” di Charles Perrault agli accenti reali del romanzo “Wanting mor” di Rukhsana Khan, pluripremiata scrittrice pachistana, emigrata in Canada.
«Cosa unisce la Francia del 1600 all’Afghanistan del terzo millennio'» spiega Luciano Pasini a proposito dello spettacolo. «Un sottile filo rosso tenuto dalle mani di due bambine. Bambini bistrattati, maltrattati, abbandonati a volte addirittura venduti e resi schiavi e spesso l’unico strumento che hanno è il sogno. Sognare di poter incontrare un principe che si innamori di te e ti sposi o sognare di poter studiare, sognare in ogni caso di poter diventare una persona libera e non più dimenticata. Il mio spettacolo non vuole essere un barricadiero teatro di denuncia politica o sociale, tanto più che sarà edulcorato dalla presenza dei personaggi della fiaba di Perrault addirittura in chiave disneiana, ma sono certo che lo spettatore attento saprà cogliere il pensiero che mi ha portato ad occuparmi di Cenerentola».
Come sempre, gli allievi attori metteranno in gioco tutti i linguaggi del teatro: la messinscena, così come la loro formazione, fonde infatti musica, canto, coreografia alla recitazione e li impegna in un’espressività “a tutto tondo”.
Fondamentale dunque il contributo delle insegnanti che, assieme a Pasini, aiutano pazientemente il loro talento a sbocciare: Noemi Calzolari si occupa dell’educazione al linguaggio e Daniela Ferletta dell’educazione musicale.
Speciale anche l’impegno dedicato ai costumi, fantasiosi capolavori di Sara Bessich che riescono a connotare anche quella dimensione fiabesca dove è possibile che una fata con “un po’ di velo color del cielo” apra le porte a ogni bambina verso la realizzazione di un sogno.