Oltre il reale. Flussi di pensiero
Thursday 08.02.2018
– Sunday 25.02.2018
Sala Comunale d'Arte
– Sunday 25.02.2018
Sala Comunale d'Arte
Mostra personale dell’artista triestino Silvio Balestra.
In mostra una cinquantina di opere realizzate in edizione unica tra il 2012 e il 2016: fotografie digitali appartenenti alle serie Optical e Scritture del ciclo Confronti, eseguite senza interventi in fase di postproduzione, ma progettate e realizzate fin dall’inizio esclusivamente mediante la tecnica fotografica personalizzata, con effetti di modulazione che l’artista ottiene esclusivamente esplicando la fisicità della luce stessa, che rappresenta l’oggetto principe della sua ricerca, come appare evidente anche nelle immagini degli esordi intitolate Antitesi (2008). Esposti anche incisioni su carta fotografica appartenenti al ciclo Monocromi Charta e i Concept, inchiostri fotografici plasmati soprattutto a mano su carta fotografica, ambedue rappresentanti la sua sperimentazione più recente, che porta agli estremi e supera il concetto stesso di fotografia.
Presente pure un’unica opera di una serie rarissima eseguita a computergrafica, utilizzando esclusivamente gli strumenti di base del software Microsoft Excel.
Raffinatezza, rigore, calibrato estro fantastico caratterizzano - scrive Marianna Accerboni - l’opera concettuale di Silvio Balestra, artista triestino che da una decina d’anni sperimenta con - si potrebbe dire - controllato furore il mezzo fotografico, l’intuito o l’inclinazione o, ancora, la sensibilità pittorica, la computergrafica e la libertà.
Quale libertà' Quella del gesto e del pensiero, che hanno guidato la grande svolta avanguardistica del Novecento, dalle ricerche sulla percezione di Vasarely, Albers, Riley, Escher, Alviani al dripping di Pollock, alle azioni performative di Christo.
Nel tracciare la propria strada e il proprio linguaggio Balestra usa una tecnica molto personale e in tal senso inventa nuovi aforismi, si scaglia contro la materia, interviene e la aggredisce, la graffia ma la ama. E ha in sé, possiede il dono della creatività assoluta, di quell’istinto appunto che fa della ricerca un metodo, ma che da questo sa e anela svincolarsi, agendo in più direzioni sperimentali.
La prima in senso temporale che incontriamo in mostra è rappresentata dal ciclo degli Optical, in cui l’uso del mezzo digitale svolto sulla traccia dell’analogico, in modo indipendente rispetto ai canoni classici, una particolare abilità nel cogliere l’incidenza della luce e il rigore scientifico di chi è avezzo alla ricerca (per esempio nel campo della biologia) compongono gli stilemi di una tecnica segreta dagli esiti compositivi, formali e cromatici di notevole carisma.
Seguono i Monocromi Charta, in cui l’artista stravolge e interpreta la forma prescelta attraverso un iterato intervento manuale a graffio, che prende avvio da una superficie monocroma nera, la quale suggerisce l’esperienza di Vasarely e muta completamente la qualità e la valenza del supporto in modo dinamico, fino a giungere a una magnifica opera di grandi dimensioni che, attraverso l’iterazione quasi infinita del graffio, ci svela il concetto di sostanza.
Per finire con i Concept di piccole dimensioni, nati inizialmente dal malfunzionamento di una stampante, che ha però condotto per gradi l’artista verso un intervento manuale quasi totale.
La strada in direzione della pittura pura e delle sue suggestioni è forse aperta, nell’ambito di una ricerca il cui fil rouge - conclude Accerboni - rimane rappresentato da una valenza luministica e da una curiosità dalle variabili infinite.
ORARIO: tutti i giorni ore 10_13 e 17_20
In mostra una cinquantina di opere realizzate in edizione unica tra il 2012 e il 2016: fotografie digitali appartenenti alle serie Optical e Scritture del ciclo Confronti, eseguite senza interventi in fase di postproduzione, ma progettate e realizzate fin dall’inizio esclusivamente mediante la tecnica fotografica personalizzata, con effetti di modulazione che l’artista ottiene esclusivamente esplicando la fisicità della luce stessa, che rappresenta l’oggetto principe della sua ricerca, come appare evidente anche nelle immagini degli esordi intitolate Antitesi (2008). Esposti anche incisioni su carta fotografica appartenenti al ciclo Monocromi Charta e i Concept, inchiostri fotografici plasmati soprattutto a mano su carta fotografica, ambedue rappresentanti la sua sperimentazione più recente, che porta agli estremi e supera il concetto stesso di fotografia.
Presente pure un’unica opera di una serie rarissima eseguita a computergrafica, utilizzando esclusivamente gli strumenti di base del software Microsoft Excel.
Raffinatezza, rigore, calibrato estro fantastico caratterizzano - scrive Marianna Accerboni - l’opera concettuale di Silvio Balestra, artista triestino che da una decina d’anni sperimenta con - si potrebbe dire - controllato furore il mezzo fotografico, l’intuito o l’inclinazione o, ancora, la sensibilità pittorica, la computergrafica e la libertà.
Quale libertà' Quella del gesto e del pensiero, che hanno guidato la grande svolta avanguardistica del Novecento, dalle ricerche sulla percezione di Vasarely, Albers, Riley, Escher, Alviani al dripping di Pollock, alle azioni performative di Christo.
Nel tracciare la propria strada e il proprio linguaggio Balestra usa una tecnica molto personale e in tal senso inventa nuovi aforismi, si scaglia contro la materia, interviene e la aggredisce, la graffia ma la ama. E ha in sé, possiede il dono della creatività assoluta, di quell’istinto appunto che fa della ricerca un metodo, ma che da questo sa e anela svincolarsi, agendo in più direzioni sperimentali.
La prima in senso temporale che incontriamo in mostra è rappresentata dal ciclo degli Optical, in cui l’uso del mezzo digitale svolto sulla traccia dell’analogico, in modo indipendente rispetto ai canoni classici, una particolare abilità nel cogliere l’incidenza della luce e il rigore scientifico di chi è avezzo alla ricerca (per esempio nel campo della biologia) compongono gli stilemi di una tecnica segreta dagli esiti compositivi, formali e cromatici di notevole carisma.
Seguono i Monocromi Charta, in cui l’artista stravolge e interpreta la forma prescelta attraverso un iterato intervento manuale a graffio, che prende avvio da una superficie monocroma nera, la quale suggerisce l’esperienza di Vasarely e muta completamente la qualità e la valenza del supporto in modo dinamico, fino a giungere a una magnifica opera di grandi dimensioni che, attraverso l’iterazione quasi infinita del graffio, ci svela il concetto di sostanza.
Per finire con i Concept di piccole dimensioni, nati inizialmente dal malfunzionamento di una stampante, che ha però condotto per gradi l’artista verso un intervento manuale quasi totale.
La strada in direzione della pittura pura e delle sue suggestioni è forse aperta, nell’ambito di una ricerca il cui fil rouge - conclude Accerboni - rimane rappresentato da una valenza luministica e da una curiosità dalle variabili infinite.
ORARIO: tutti i giorni ore 10_13 e 17_20
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste