Mario Magajna / fotograf - fotografo
Friday 21.10.2016
– Sunday 04.12.2016
Palazzo Gopčević
– Sunday 04.12.2016
Palazzo Gopčević
Qualche giorno fa ricorreva il 100° anniversario della nascita di Mario Magajna (1916-2007), grande fotografo triestino. Era da tempo che svariate realtà all’interno della comunità slovena di Trieste sentivano il desiderio di omaggiare questo grande personaggio. Così, in occasione del centenario della nascita, lo Slovenski klub, la Narodna in študijska knjižnica - Biblioteca nazionale slovena e degli studi, l’associazione culturale Bubnič Magajna e la Slovenska kulturno-gospodarska zveza - Unione Culturale Economica Slovena hanno unito le forze per ideare il progetto Magajna 100, realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con l’appoggio istituzionale del Ministero della Repubblica di Slovenia per gli sloveni nel mondo e con l’aiuto degli sponsor Aurora Viaggi, vini Parovel, e della Zadružna kraška banka – Banca di Credito Cooperativo del Carso.
Il culmine del progetto, che include anche una serie di eventi collaterali, è la mostra Mario Magajna fotografo, realizzata in coorganizzazione con il Comune di Trieste, che vuol rendere omaggio a questo grande fotoreporter che ha immortalato mezzo secolo di storia di Trieste. La mostra, che si terrà al Palazzo Gopcevich (via Rossini 4, Trieste), verrà inaugurata il 21 ottobre alle ore 18.00 e sarà visitabile fino il 4 dicembre tutti i giorni lavorativi (tranne i lunedì) e festivi dalle 10.00 alle 19.00.
Non è un’esagerazione sostenere che Mario Magajna abbia dedicato la propria vita alla fotografia: lo testimonia infatti il vastissimo archivio di ben 300.000 negativi, oggi custodito dalla Sezione di storia ed etnografia della Biblioteca nazionale slovena e degli studi. Questo archivio fotografico è frutto dell’instancabile lavoro di Magajna che dal 1946 al 1982 è stato il fotoreporter del Primorski dnevnik, quotidiano in lingua slovena, ma ha continuato a collaborarci fino al 1993. L’obiettivo di Magajna nel corso degli anni ha catturato numerosissimi eventi a Trieste e nei suoi dintorni, e non solo quelli riguardanti la comunità slovena. Certo, i suoi scatti hanno contribuito fondamentalmente alla costruzione dell’immaginario collettivo di questa comunità: «La sua Trieste è diventata la Trieste di tutti noi», come sostiene lo storico Gorazd Bajc in un testo sul fotografo. Ma è anche vero che una gran parte della cittadinanza triestina ancora non è a conoscenza della vastissima opera di questo fotografo e lo scopo di questa mostra, oltre ad omaggiarlo, è presentarlo avvicinandolo a tutte le comunità cittadine.
Oltre a questi scatti, realizzati in un contesto locale (prevalentemente a Trieste, Gorizia e in Benecia), ma non per questo di carattere meno universale, ci sono quelli che Magajna ha effettuato durante i suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, nel Nord Europa, in Africa o in Australia, altro fiore all’occhiello del suo patrimonio fotografico. Non mancavano poi i reportage che scriveva al ritorno, altra preziosa testimonianza, in quanto riportavano notizie da terre e tradizioni lontane.
«Di ogni fotografia che scatto so che entrerà a far parte della Storia. È molto più che scrivere un semplice articolo. È qualcosa di vivo, che affascina l’uomo.»
Mario Magajna
Ma c’è dell’altro: i ritratti di personaggi famosi, siano questi celebri statisti o attrici e cantanti. Sfogliando l’archivio di Magajna troveremo scatti del presidente egiziano Nasser e del primo ministro indiano Nehru, del principe cambogiano Sihanouk e del re Baldovino. Ci sono inoltre svariate fotografie di Tito e di sua moglie Jovanka, legate a interessanti aneddoti, e di diversi presidenti italiani. E poi Josephine Baker, Silvana Mangano, Claudia Cardinale, Wanda Osiris, citando giusto qualche nome. Commentando le foto che aveva scattato in Francia disse: «Potrei mostrarvi le foto di Parigi, ma non vorrei sconvolgervi con i vestitini microscopici indossati da certe icone di bellezza.» Erano altri tempi, e Magajna era un galantuomo.
Il culmine del progetto, che include anche una serie di eventi collaterali, è la mostra Mario Magajna fotografo, realizzata in coorganizzazione con il Comune di Trieste, che vuol rendere omaggio a questo grande fotoreporter che ha immortalato mezzo secolo di storia di Trieste. La mostra, che si terrà al Palazzo Gopcevich (via Rossini 4, Trieste), verrà inaugurata il 21 ottobre alle ore 18.00 e sarà visitabile fino il 4 dicembre tutti i giorni lavorativi (tranne i lunedì) e festivi dalle 10.00 alle 19.00.
Non è un’esagerazione sostenere che Mario Magajna abbia dedicato la propria vita alla fotografia: lo testimonia infatti il vastissimo archivio di ben 300.000 negativi, oggi custodito dalla Sezione di storia ed etnografia della Biblioteca nazionale slovena e degli studi. Questo archivio fotografico è frutto dell’instancabile lavoro di Magajna che dal 1946 al 1982 è stato il fotoreporter del Primorski dnevnik, quotidiano in lingua slovena, ma ha continuato a collaborarci fino al 1993. L’obiettivo di Magajna nel corso degli anni ha catturato numerosissimi eventi a Trieste e nei suoi dintorni, e non solo quelli riguardanti la comunità slovena. Certo, i suoi scatti hanno contribuito fondamentalmente alla costruzione dell’immaginario collettivo di questa comunità: «La sua Trieste è diventata la Trieste di tutti noi», come sostiene lo storico Gorazd Bajc in un testo sul fotografo. Ma è anche vero che una gran parte della cittadinanza triestina ancora non è a conoscenza della vastissima opera di questo fotografo e lo scopo di questa mostra, oltre ad omaggiarlo, è presentarlo avvicinandolo a tutte le comunità cittadine.
Oltre a questi scatti, realizzati in un contesto locale (prevalentemente a Trieste, Gorizia e in Benecia), ma non per questo di carattere meno universale, ci sono quelli che Magajna ha effettuato durante i suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, nel Nord Europa, in Africa o in Australia, altro fiore all’occhiello del suo patrimonio fotografico. Non mancavano poi i reportage che scriveva al ritorno, altra preziosa testimonianza, in quanto riportavano notizie da terre e tradizioni lontane.
«Di ogni fotografia che scatto so che entrerà a far parte della Storia. È molto più che scrivere un semplice articolo. È qualcosa di vivo, che affascina l’uomo.»
Mario Magajna
Ma c’è dell’altro: i ritratti di personaggi famosi, siano questi celebri statisti o attrici e cantanti. Sfogliando l’archivio di Magajna troveremo scatti del presidente egiziano Nasser e del primo ministro indiano Nehru, del principe cambogiano Sihanouk e del re Baldovino. Ci sono inoltre svariate fotografie di Tito e di sua moglie Jovanka, legate a interessanti aneddoti, e di diversi presidenti italiani. E poi Josephine Baker, Silvana Mangano, Claudia Cardinale, Wanda Osiris, citando giusto qualche nome. Commentando le foto che aveva scattato in Francia disse: «Potrei mostrarvi le foto di Parigi, ma non vorrei sconvolgervi con i vestitini microscopici indossati da certe icone di bellezza.» Erano altri tempi, e Magajna era un galantuomo.