Tra terra e mare - Mostra personale di Giorgio Rutter
Thursday 19.05.2016
– Sunday 05.06.2016
Sala Arturo Fittke di piazza Piccola, 3
– Sunday 05.06.2016
Sala Arturo Fittke di piazza Piccola, 3
Come in un viaggio autobiografico - scrive la curatrice della mostra Erica Rutter - pieno di ricordi e di rimandi, Giorgio Rutter dipinge la dimensione urbana di Trieste e di Venezia interpretando la città come un grande e scenografico interno urbano. Le piazze, i monumenti, la periferia, i porti e le marine diventano immagini (anche) visionarie del repertorio figurativo di riferimento caro all'artista. La teatralità urbana delle due città adriatiche, così come del paesaggio carsico triestino, viene trasfigurata e reinterpretata nella pittura densa e vivace di Giorgio Rutter.
La terra e il mare si fondono per dare vita ai paesaggi della nostra Trieste contemporanea. Il paesaggio che noi osserviamo, ci restituisce immediatamente il rapporto dialettico che esiste fra la città di Trieste e il suo territorio/intorno. Una monumentalità urbana costruita da architetture "note" come la chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo posta in relazione al Tempio Serbo Ortodosso di San Spiridione. O ancora il Teatro Romano, ai piedi del Colle di San Giusto ai limiti della Città Vecchia tra via del Teatro Romano e via della Cattedrale, importante reperto di grande valore storico e urbano. Ma è qui che Giorgio Rutter contrappone, alle architetture monumentali storiche di Trieste, la visione della città contemporanea e della sua periferia, questione quanto mai attuale oggi, rappresentata dalla Ferriera di Servola e dai cantieri.
Ed ancora, il paesaggio carsico come un “Theatrum-territorio”, dove l’architettura si dispone a configurare scenari (inattesi), e costruire contesti forse a volte immaginari.
Il racconto pittorico di Giorgio Rutter si dipana fra l’architettura cosiddetta “spontanea“ del Carso triestino e la sua natura rurale, fra un interno urbano codificato nei valori tipologici della Casa Carsica e un esterno ricco ed inviolato, segnato da siti naturali, tracce di piccole chiese carsiche, cisterne d’acqua e piccole piazze nate da uno sviluppo edilizio non pianificato. Attivo anche nelle nature morte e nel ciclo di “composizioni marine”, Giorgio Rutter rivela con genuinità e schiettezza i luoghi della sua vita, dove la quotidianità degli spazi si dissolve e si arresta in composizioni astratte, in cui colore e geometria ne sono i diretti protagonisti.
Un'altra suggestione che Giorgio Rutter dipinge, forse la città del colore per eccellenza, è Venezia, luogo della sua giovinezza. E' qui che la città "anfibia" viene calata in una scena teatrale dove gli oggetti “poveri”, forse funzionali, della/alla vita quotidiana si mescolano ai nobili spazi progettati della città, dove svettano le architetture della storia, come la Basilica di Santa Maria della Salute, con cui la pittura si confronta e si rapporta. Il disegno è riconducibile compositivamente a pochi elementi finiti: la Fondamenta, il campo, il ponte, gli squeri, le altane, i camini "carpacceschi" a tronco di cono rovesciato, i grandi cerchi dei rosoni romanici, i vaporetti e le imbarcazioni mercantili, le bricole. Una Venezia - conclude Erika Rutter - dunque, fatta di superfici, di ombre e di luci, di pieni e di vuoti, di masse edilizie e di volume scavati, e di architetture costruite, dove i luoghi si fondono ai colori, non solo i gialli e i viola delle brillanti vernici navali ma anche il rosso della terra bruciata degli intonaci delle case veneziane, quello ferruginoso delle gru e delle carene, del giallo ocra, dell’azzurro del rame ossidato ed il bianco della pietra d’Istria.
Attivo anche - conclude Erika Rutter - nelle nature morte e nel ciclo di “composizioni marine”, Giorgio Rutter rivela con genuinità e schiettezza i luoghi della sua vita, dove la quotidianità degli spazi si dissolve e si arresta in composizioni astratte, dove colore e geometria ne sono i diretti protagonisti.
Giorgio Rutter nasce a Trieste nel 1932, consegue il diploma di maturità artistica al Liceo Artistico di Venezia dove apprende le tecniche del disegno e della pittura; opera successivamente a Trieste in diversi studi di ingegneria ed architettura con attività di progettazione e di disegno tecnico. Nel 2011 è attivo in una mostra collettiva alla Galleria d'arte Rettori Tribbio di Trieste e alla Stazione Marittima. Gli anni precedenti a Grado, è presente a La Saletta d'Arte.
La mostra sarà aperta al pubblico sino al 5 giugno 2016 con orario feriale e festivo: 10-13 e 17-20.
La terra e il mare si fondono per dare vita ai paesaggi della nostra Trieste contemporanea. Il paesaggio che noi osserviamo, ci restituisce immediatamente il rapporto dialettico che esiste fra la città di Trieste e il suo territorio/intorno. Una monumentalità urbana costruita da architetture "note" come la chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo posta in relazione al Tempio Serbo Ortodosso di San Spiridione. O ancora il Teatro Romano, ai piedi del Colle di San Giusto ai limiti della Città Vecchia tra via del Teatro Romano e via della Cattedrale, importante reperto di grande valore storico e urbano. Ma è qui che Giorgio Rutter contrappone, alle architetture monumentali storiche di Trieste, la visione della città contemporanea e della sua periferia, questione quanto mai attuale oggi, rappresentata dalla Ferriera di Servola e dai cantieri.
Ed ancora, il paesaggio carsico come un “Theatrum-territorio”, dove l’architettura si dispone a configurare scenari (inattesi), e costruire contesti forse a volte immaginari.
Il racconto pittorico di Giorgio Rutter si dipana fra l’architettura cosiddetta “spontanea“ del Carso triestino e la sua natura rurale, fra un interno urbano codificato nei valori tipologici della Casa Carsica e un esterno ricco ed inviolato, segnato da siti naturali, tracce di piccole chiese carsiche, cisterne d’acqua e piccole piazze nate da uno sviluppo edilizio non pianificato. Attivo anche nelle nature morte e nel ciclo di “composizioni marine”, Giorgio Rutter rivela con genuinità e schiettezza i luoghi della sua vita, dove la quotidianità degli spazi si dissolve e si arresta in composizioni astratte, in cui colore e geometria ne sono i diretti protagonisti.
Un'altra suggestione che Giorgio Rutter dipinge, forse la città del colore per eccellenza, è Venezia, luogo della sua giovinezza. E' qui che la città "anfibia" viene calata in una scena teatrale dove gli oggetti “poveri”, forse funzionali, della/alla vita quotidiana si mescolano ai nobili spazi progettati della città, dove svettano le architetture della storia, come la Basilica di Santa Maria della Salute, con cui la pittura si confronta e si rapporta. Il disegno è riconducibile compositivamente a pochi elementi finiti: la Fondamenta, il campo, il ponte, gli squeri, le altane, i camini "carpacceschi" a tronco di cono rovesciato, i grandi cerchi dei rosoni romanici, i vaporetti e le imbarcazioni mercantili, le bricole. Una Venezia - conclude Erika Rutter - dunque, fatta di superfici, di ombre e di luci, di pieni e di vuoti, di masse edilizie e di volume scavati, e di architetture costruite, dove i luoghi si fondono ai colori, non solo i gialli e i viola delle brillanti vernici navali ma anche il rosso della terra bruciata degli intonaci delle case veneziane, quello ferruginoso delle gru e delle carene, del giallo ocra, dell’azzurro del rame ossidato ed il bianco della pietra d’Istria.
Attivo anche - conclude Erika Rutter - nelle nature morte e nel ciclo di “composizioni marine”, Giorgio Rutter rivela con genuinità e schiettezza i luoghi della sua vita, dove la quotidianità degli spazi si dissolve e si arresta in composizioni astratte, dove colore e geometria ne sono i diretti protagonisti.
Giorgio Rutter nasce a Trieste nel 1932, consegue il diploma di maturità artistica al Liceo Artistico di Venezia dove apprende le tecniche del disegno e della pittura; opera successivamente a Trieste in diversi studi di ingegneria ed architettura con attività di progettazione e di disegno tecnico. Nel 2011 è attivo in una mostra collettiva alla Galleria d'arte Rettori Tribbio di Trieste e alla Stazione Marittima. Gli anni precedenti a Grado, è presente a La Saletta d'Arte.
La mostra sarà aperta al pubblico sino al 5 giugno 2016 con orario feriale e festivo: 10-13 e 17-20.
Sala Arturo Fittke
Sala Arturo Fittke
34100 Trieste
Sala Arturo Fittke
34100 Trieste